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In questo volume fotografico, delicato e insieme brutale, Adriano Silingardi restituisce a noi lettori una storia genovese dolorosa e da molti dimenticata, una storia che assomiglia a quella di tanti altri quartieri di altre città italiane, devastati da una speculazione edilizia che non guarda in faccia nessuno e che ancora oggi provoca angoscia e nostalgia ai pochi protagonisti di questa storia ancora in vita, ma non solo. Riportiamo alcuni stralci della presentazione dell'autore: «Non è facile parlare di via Madre di Dio, della sua storia, della sua fine e della sua nuova vita. Non è facile perché la sua storia è stata raccontata molte volte, la fine è stata un dramma per i suoi abitanti e una sconfitta per la città. [...] Per quelli troppo giovani per ricordare e per quelli che hanno ignorato o dimenticato, ho provato a descrivere con la fotografia il percorso di una piccola valle "fuori le mura" trasformata nei secoli in un quartiere immortalato da illustratori, pittori e fotografi, distrutto con la cattiveria che solo la sete di guadagno degli speculatori e l'indifferenza dell'opinione pubblica può scatenare, e infine risorta come agglomerato di architetture neo-brutaliste dalla vivibilità incerta. [...] I vecchi protagonisti degli sgomberi ormai sono anziani, moltissimi sono scomparsi, tutti i superstiti e i loro discendenti sono sparsi per la città. Hanno un attaccamento alle loro radici che appare incomprensibile in un mondo ormai veloce e superficiale, un amore sconfinato per un quartiere vissuto come un mondo felice».